Storia
La tradizione popolare racconta che Sant'Agata fosse una bellissima fanciulla, discendente da una nobile famiglia catanese nata nel 235 d.C. e convertita al cattolicesimo. Il proconsole Quinziano si innamorò di lei e la costrinse ad abiurare la propria fede e ad adorare gli dei pagani. La fanciulla rifiutò ostinatamente e venne così martirizzata, subendo lo strappo violento delle mammelle. Sant'Agata fu beatificata dopo la sua morte ed oggi è venerata, come santa protettrice di Catania dove si svolge ogni anno una bellissima festa il 5 febbraio.
La tradizione popolare racconta che Sant'Agata fosse una bellissima fanciulla, discendente da una nobile famiglia catanese nata nel 235 d.C. e convertita al cattolicesimo. Il proconsole Quinziano si innamorò di lei e la costrinse ad abiurare la propria fede e ad adorare gli dei pagani. La fanciulla rifiutò ostinatamente e venne così martirizzata, subendo lo strappo violento delle mammelle. Sant'Agata fu beatificata dopo la sua morte ed oggi è venerata, come santa protettrice di Catania dove si svolge ogni anno una bellissima festa il 5 febbraio.
Per
la pasta frolla (dosi per 10 dessert grandi o 20 piccole)
Farina 00 600 gr
Strutto 120 gr
Zucchero a velo 150 gr
Uova 2 tuorli
Vaniglia
Farina 00 600 gr
Strutto 120 gr
Zucchero a velo 150 gr
Uova 2 tuorli
Vaniglia
Per
il ripieno
Ricotta di pecora 500 gr
Canditi
100 gr (facoltative, io non le ho messe)Ricotta di pecora 500 gr
Scaglie di Cioccolato fondente 100 gr
Zucchero a velo 80 gr
Cannella o un goccio di marsala
Per
la glassa e guarnizione
Zucchero a velo 500 gr
3 albumi del peso di 100 gr
Limoni 5 gr
Ciliegie candite
Zucchero a velo 500 gr
3 albumi del peso di 100 gr
Limoni 5 gr
Ciliegie candite
Procedimento
per la pasta frolla
Tagliare lo strutto a dadini e lavorarlo tra
le dita insieme con la farina. Quando i due ingredienti saranno ben amalgamati
aggiungere lo zucchero al velo, incorporare le uova e la vaniglia. "Quando
il composto avrà una consistenza soffice ed elastica, da poterci affondare le
dita come un seno voluttuoso, coprire con una mappina e lasciar riposare".
Preparazione del ripieno
Tagliare il cioccolato in scaglie, setacciare
molto bene la ricotta, passandola attraverso un colino e unire lo zucchero a
velo, anch'esso passato al setaccio, quindi amalgamate gli ingredienti.
Aggiungete il cioccolato e se volete un aroma particolare aggiungere un pizzico
di cannella o un goccio di marsala.
Mescolare il tutto per ottenere un composto
omogeneo.
Riprendete la frolla e stenderla con un
matterello, in una sfoglia alta circa mezzo cm e foderate con essa degli stampi
semisferici (io utilizzo delle semisfere di alluminio) quindi riempiteli con la
ricotta. Ricavare dalla pasta frolla un cerchio per sigillare le semisfere con
un coppapasta. Chiudere quindi le semisfere, premendo leggermente i bordi.
Infornate il tutto, in forno statico già
caldo, a 180° per 20 minuti. Quando la frolla si sarà colorata in superficie,
sfornare e lasciare raffreddare negli stampini, quindi sformare solo quando
saranno completamente fredde (altrimenti il ripieno caldo non reggerà).
Sistemarle su una gratella.
Preparazione della glassa
Montate gli albumi con le fruste di uno
sbattitore elettrico o con una planetaria, quando il composto risulterà
semimontato aggiungete lo zucchero a velo, un cucchiaio alla volta e per ultimo
il succo di limone. La consistenza della glassa non dev’essere troppo soda e
lucida ma, come si dice in gergo, deve "scrivere", cioè deve lasciare
una scia cadendo dall'alto.
"Perchè delle semplici cassatine si
trasformino come per magia in seni maliziosi, minne piene, decorare queste
magnifiche, bianche, profumate rotondità con una ciliegina candita".
Lasciate asciugare sulla gratella, per far
cadere la glassa in eccesso. Le minne di Sant'Agata sono pronte: possono essere
consumate quando la glassa è ancora morbida oppure lasciarla asciugare
completamente.
Conservazione
Conservate le minne di Sant'Agata in frigorifero, coperti con la pellicola, per 3-4 giorni. Le cassatine possono essere congelate una volta cotte e poi glassate dopo lo scongelamento.
Consiglio
di leggere il libro di Giuseppina Torregrossa, Il Conto delle Minne dal quale ho preso la
ricetta e alcune espressioni.
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